Correva l'anno 2007 e avevo 16 anni, quando guardando tra degli scatoloni in garage con alcuni vecchi libri dei miei fratelli, mi imbattei in due libri di Stephen King: "L'ultimo cavaliere" e
"Rose Madder". Non avevo ancora mai letto nulla di lui e incuriosito da alcuni film che sapevo essere ispirati da suoi romanzi, li presi e li portai dentro casa, con l'intenzione di leggerli
quanto prima.
L'istinto mi portò a leggere prima "L'ultimo cavaliere", probabilmente attratto più dalla prospettiva di leggere qualcosa d'azione e con spargimento di sangue. Non ero conscio del fatto che
quello era solo il primo di una lunga saga (7 libri più uno spinoff), su quel libro infatti non c'era scritto nulla a riguardo.
La lettura di quel libro mi fece vedere un tipo di letteratura che non avevo mai visto prima. L'ambientazione era fantasy, ma ben diversa da quella "classica" di molti altri libri identificati in quel genere. Mi piacque molto e mi incuriosì. Lessi così anche Rose Madder, e lì scattò qualcosa di più. Avevo letto vari libricini horror, tipo "Piccoli brividi", ma quello che trovai in King fu qualcosa di completamente diverso. Più maturo. Più vero. Mentre sfogliavo e leggevo avidamente quelle pagine, iniziò a crescere qualcosa dentro di me. Per la prima volta in vita mia pensai: vorrei poter scrivere qualcosa così anche io.
Come detto avevo 16 anni, e per questioni economiche e per tempistiche, quando andai a comprare un altro libro di Stephen King, optai per "Carrie". Era la sua prima opera e vidi in essa la
genialità dell'autore. Un'idea semplice e successivamente copiata in vari modi, ma nella sua versione c'era già tutto quello che serviva. Era un libro piccolo, ma capace di trasmettere
molto.
Fu durante quegli anni che scrissi il mio primo racconto, dal titolo "La mia spada". Fu la prima versione di quello che oggi qualcuno di voi conosce con il titolo "Paura di loro", primo libro
della raccolta "Mai al sicuro".
Da allora ho letto tantissimi altri romanzi e tantissime raccolte di racconti del Re. Eppure ancora tanti romanzi mi mancano, e volutamente evito di leggerli. Mi sono sempre imposto di non fossilizzarmi su un autore, ma nonostante questo rimane l'autore che più amo e a cui più mi ispiro nella creazione delle mie storie. Non perchè voglia diventare lo Stephen King italiano, questo no. Voglio essere me stesso, sempre. Ma quello che è il suo modo di trasmettere emozioni, spesso e volentieri molto forti, mi piace e sogno anche io di riuscire a fare lo stesso.
La saga della Torre Nera, che iniziai per caso a 16 anni, l'ho poi divorata negli anni successivi. Anni, sì. Non sono velocissimo nella lettura, mi piace prendermi i miei tempi e i vari impegni
non mi hanno aiutato. Ricordo che il secondo libro me lo comprai io stesso qualche tempo dopo. Il terzo mi fu regalato per il mio compleanno da una compagna di classe poco prima della maturità.
Gli altri li ho presi piano piano uno dopo l'altro a mano a mano che li leggevo. Per me rimane la saga più bella che abbia mai letto, dal primo all'ultimo libro. Più bella de "Il Signore degli
Anelli", a mio parere, ha un ritmo diverso e per mio gusto personale lo preferisco. Come ne adoro anche l'ambientazione. Lo spinoff (che ho letto non alla fine ma quando sarebbe stato realmente
piazzato quel racconto all'interno della saga stessa) è stata la ciliegina sulla torta, capace di impreziosire un'opera, a mio parere, perfetta.
Consigliata soprattutto a chi ha letto anche altri libri di King, perchè all'interno ne cita tanti. Qualcuno me lo sono andato a leggere proprio durante la lettura di questa saga ("Cujo" e "Le
notti di Salem"). Sicuramente Stephen King è lo scrittore che più di tutti mi ha influenzato, ma di certo non è l'unico. In lui ho potuto trovare il mio genere letterario, ma chiunque ha letto i
miei racconti sa bene che non scrivo horror come lui. Ci tendo, a volte, ma difficilmente arrivo a toccare l'horror fino in fondo.
Prossimamente vi parlerò di altre fonti di ispirazione.
Un saluto
Andrea Clementini